Ho trovato la Fondazione Pirelli HangarBicocca per caso, mi pare su Instagram, dove ho scoperto che era in corso una mostra di Maurizio Cattelan. Milano, Cattelan, mostra d’arte contemporanea: Posso non andarci? Detto, fatto! Anche perché, ovviamente, avevo già intenzione di andare a Milano.
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Una visita a Pirelli HangarBicocca
La Fondazione Pirelli HangarBicocca si trova un po’ fuori del centro, nel nuovo quartiere artistico e residenziale Bicocca, appunto, ma è un percorso che si può fare tranquillamente in bici (se vi piace pedalare nella giungla metropolitana). Mi ci sono voluti circa trenta minuti partendo da Piazzale Loreto (che comunque non è poi così tanto in centro). Arrivata in Bicocca ho subito pensato che non fosse poi così tanto chic… forse non ha ancora perso quell’aria tipica dei quartieri di periferia. Ma sì, che importa, non sono venuta per la zona, ma per la mostra. Anzi, le mostre (sì, attualmente ce ne sono due)! Per entrare è necessario prenotare uno slot orario (non so se sia per il Covid o se è sempre stato così). Blocco il mio slot già per le 10.30, l’orario esatto di apertura al pubblico. Sono super puntuale ed emozionata e, con me, anche le altre persone che aspettano davanti al gigantesco portone di ferro.
Ore 10.30. Un rumore interrompe i miei pensieri e il cancello si apre. Prima di attraversare l’ingresso devo mostrare il Green Pass, lasciarmi misurare la temperatura e poi, finalmente, via! Appena entrata mi scappa a voce alta un: “Wow!”: che posto super! Che bell’ambiente! E che opera immensa a darmi il benvenuto. È “La Sequenza” di Fausto Melotti (Rovereto 1901 – Milano 1986), un’opera in ferro del 1981 che spicca maestosa tra mille fili d’erba mossi dal vento. Quasi una simbolica soglia di passaggio verso l’arte contemporanea, eredità culturale di un grande maestro del recente passato. Ed ecco, lì dietro, spuntare l’Hangar.
Entro nell’edificio e mi trovo in uno spazio ampio che a prima vista ha nulla a che fare con un’architettura industriale, come invece suggerisce il nome. Ma dai, a guardare meglio, si vede. Un po’.
La Fondazione Pirelli HangarBicocca
nasce nel 2004 a Milano, come fondazione no profit, dalla riconversione di uno stabilimento industriale in un’istituzione dedicata alla produzione e promozione di arte contemporanea. Con i suoi 15.000 metri quadrati è tra gli spazi espositivi a sviluppo orizzontale più grandi d’Europa e ogni anno presenta importanti mostre personali di artisti italiani e internazionali.
L’edificio, un tempo sede di una fabbrica per la costruzione di locomotive, comprende un’area dedicata ai servizi al pubblico e alle attività didattiche e tre spazi espositivi caratterizzati dalla presenza, a vista, degli elementi architettonici originali del secolo scorso: lo Shed, le Navate e il Cubo. Le Navate, oltre all’area dedicata alle mostre temporanee, ospitano l’opera permanente di Anselm Kiefer, I Sette Palazzi Celesti, 2004-2015.
“Digital Mournig”
Per ammirare le opere di “Breath Ghosts Blind”, firmate Cattelan, devo prima attraversare la mostra temporanea “Digital Mournig” dell’artista franco-algerino Neïl Beloufa.
Mi guardo intorno ma mi soffermo poco. Le istallazioni, soprattutto i video, non mi attirano granché – le installazioni video, in generale, non mi piacciono né mi hanno mai coinvolta molto. Troppo rumore, troppa confusione …
Attraverso quindi questo spazio d’esposizione (lo “Shed”) e alla fine mi trovo di fronte a una tenda tutta nera. La sposto, con un po’ di titubanza, entro e… che meraviglia! Silenzio, una grande navata tutta buia, e giusto lì, in fondo, scorgo a terra l’opera “Breath” che brilla di un bianco luminoso e illuminante. Un fascio di luce la “mette in scena”. Intorno tutto buio, un capannone industriale ben pulito, curato, che della sua storica destinazione d’uso non mostra neanche l’ombra. Adesso ci siamo!
“Breath Ghosts Blind”
La mostra di Maurizio Cattelan è una mostra in tre atti: Breath – Ghosts – Blind. Il numero tre rappresenta l’idea di unità e di perfezione ed evoca l’immaginario religioso della Trintà. Di questo argomento ho già sentito parlare durante una sua mostra al “MMK Museum für Moderne Kunst” di Francoforte dove, tra gli altri, spiccava il suo “Ave Maria” – un muro bianco da cui fuoriuscivano tre braccia protese verso l’alto.
Lo spazio espositivo “Navate” è abbastanza vuoto, sia di gente sia di opere d’arte. Due si possono ammirare qui, la terza, invece, nel settore denominato “Cubo”.
Atto 1: Breath
Respiro. Un uomo in posizione fetale e un cane, realizzati in marmo bianco di Carrara, sono stesi sul pavimento. Sono vicini, e tra loro si percepisce un legame forte. Uno guarderebbe l’altro, se non dormissero.
Mi chiedo: Chi si sarà addormentato prima? Chi, ora, starà attento a chi? Cosa avranno mai fatto per essere così stanchi al punto che l’uomo non si è nemmeno levato il berretto? Penso che l’uomo si sia addormentato prima. Il cane, fedele come è, si sarà addormentato subito dopo. Tanti pensieri, tante domande ci si può fare sull’opera ed è questo che mi piace delle opere di Cattelan.
Con il buio tutt’intorno, il nero che mi avvolge, non posso non associare un retroscena macabro, mortale, ma è anche lo scenario perfetto per concentrarsi su se stessi e sulle opere. Tutto quel silenzio, e quel marmo, hanno comunque qualcosa di sacrale.
Mi rimanda alle tombe di Cattelan, esposte al Kunsthaus Bregenz nel 2008. Ma mi ricorda anche alcune statue al Cimitero Monumentale di Milano, e poi via verso le statue di Villa Borghese a Roma, a quelle di Michelangelo a Firenze.
Sacrale.
Atto 2: Ghosts
Migliaia di piccioni sono posizionati sui pilastri e sulle pareti della navata, quasi a formare un esercito. Chi non conosce la sensazione di disagio che si prova quando ci si accorge d’essere sotto a uno stormo appollaiato di piccioni? Ci osservano? Ci stanno puntando? Chi lo sa?
Angosciante.
Atto 3: Blind
Attraversando la lunga navata mi dirigo verso il “Cubo” dove svetta un monolite completamente nero. Più mi avvicino e più lo scopro, alzando gli occhi al cielo (1695x1300x1195 cm): prima la punta di un aereo che esce dal monolite, poi le sue ali e poi ancora, circondandolo con lo sguardo e con il corpo, vedo anche la coda.
Il mio primo pensiero è che “Blind” sia un riferimento al 9/11. Ma forse ci costringe anche a non abbassare lo sguardo, di fronte ai problemi, alle tragedie, agli errori.
Introspettivo.
Posto stupendo il Pirelli HangarBicocca
Dopo due ore, esco dall’Hangar contenta e piena di nuovi input. Appena fuori mi trovo su una grande terrazza di un bistrot molto carino dove si può bere, pranzare o scrivere un post per il proprio blog. 😉
Una bella atmosfera, un servizio ottimo, un prezzo adeguato e la mia pasta era ottima. Per la pausa pranzo qui arriva un sacco di gente dagli uffici vicini, qualche dipendente della Fondazione e, certamente, anche molti visitatori come me.
Info generale
Pirelli HangarBicocca, Via Chiese 2, 20126, Milano
Orari d‘apertura Mostre: giovedì a domenica, 10.30 – 20.30
Iuta Bistrot: martedì e mercoledì, 11.00 – 15.00, da giovedì a domenica, 10.30 – 22.30
Ingresso gratuito
La mostra di Maurizio Cattelan si può visitare fino al 20 febbraio 2022,
quella di Niël Beloufa fino al 9 gennaio 2023.
Ho trascorso una splendida mezza giornata, oserei dire perfetta! La Fondazione Pirelli HangarBicocca è davvero un posto consigliatissimo dove andare!
Ho anche comprato nella libreria della Fondazione anche il libro “Maurizio Cattelan, L’autobiografie non autorizzata” di Francesco Bonani. Una biografia ufficialmente non autorizzata. Ma Maurizio Cattelan sta al gioco e racconta a Bonami e a noi, il pubblico, il suo punto di vista sull’arte e sulla società.
Mi sono divertita tanto. Vale la pena di leggerlo!
Ma mi raccomando: quando ci andate, non scordate di lasciare un contributo, perché l’ingresso è gratuito e oltre alle esposizioni temporanee e permanenti, il Pirelli HangarBicocca offre anche un ricco programma educativo.
Caro Maurizio Cattelan. Non è che lei abbia voglia di fare di nuovo una mostra a Francoforte? L’ultima mostra è stata così tanto tempo fa …
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