I T A L I A. Ospite d’onore alla Fiera del Libro di Francoforte 2024. L’evento dev’essere celebrato sul mio blog. Perciò, sino all’inizio della Fiera del Libro, pubblicherò, ogni tre o quattro settimane, una breve intervista con diverse persone (intermediatrice culturale, amante dell’Italia, libraia, giornalista). Il filo conduttore: il loro amore per i libri e per l’Italia.
Conosco Laura da qualche anno. Il luogo d’incontro? Ovvio – La DIV – la Deutsch-Italienische Vereinigung. Prima o poi lì s’incontrano tutti gli italiani e le italiane che vivono a Francoforte ed anche alcuni membri dell’Accademia. Eh sì, perché Laura è il delegato dell’Accademia Italiana della Cucina a Francoforte. In tale ruolo l’ho già intervistata (vai all’intervista in tedesco) in passato. Le nostre strade si sono sempre incrociate in diverse occasioni: Cinema Italiano a Bad Soden, vari eventi alla DIV, all’Accademia – per un aperitivo …
Laura è un’amante dei libri – ne ha persino pubblicato uno (Die Gaumenfreuden des jungen Goethe) – in passato organizzava eventi letterari con l’agenzia gastro-letteraria “Porta un libro a cena”. Quindi, vi anticipo sin da ora la presentazione del suo libro, quale anteprima alla Buchmesse, il 10 ottobre. Più precisamente sarò io a moderare l’incontro che si terrà nella Arndstr. 12, presso la DIV.
Laura la trovi su Instagram sulla pagina “Accademia Italiana della Cucina” e “Porta un libro a cena” e anche su Facebook “l’Accademia“.
Ospite d’onore alla Fiera del Libro:
Intervista con Laura Melara-Dürbeck
Quali tre libri (italiani) porteresti con te su un’isola?
“La casa nel vicolo” (Sellerio, 2009) di Maria Messina, una scrittrice siciliana molto apprezzata da Giovanni Verga, purtroppo dimenticata; “Una donna” (Feltrinelli 2013) di Sibilla Aleramo, forse il primo romanzo femminista apparso in Italia (1906) e, infine, ancora una scrittura al femminile, contemporanea, Viola Ardone con “Oliva Denaro” (Einaudi, 2021)
Lettura digitale o libro cartaceo in mano?
Sicuramente la preferenza cade sul secondo! Adoro la musica delle pagine sfogliate, il loro profumo, ammirarne il carattere grafico, l’impaginazione, sottolineare e farvi annotazioni. Il libro cartaceo ti permette di viverlo, la lettura è più concentrata, ha un altro ritmo, è un’esperienza intimistica, insomma una “lettura-slow”.
Scaffale per libri o bookcrossing?
Il problema è fondamentalmente legato allo spazio a disposizione per “archiviare” i libri letti. Ciò comporta anche alcune riflessioni sul proprio futuro: che ne sarà dei miei libri quando io non ci sarò? A chi potranno interessare? Saranno dati tutti al macero? Praticamente è come se cessassero di vivere anche loro. Da alcuni anni, passo in rassegna gli scaffali dei miei libri, ponendomi di fronte ad ogni libro la seguente domanda: quante volte ti ho già letto? Ti leggerò ancora nei prossimi anni? Faccio una cernita e, se da parte mia l’interesse per alcuni libri non è più motivato, li porto nelle “Bücherschränke”, una soluzione geniale tedesca di bookcrossing per offrire una nuova vita al libro. Altra soluzione per alleggerirsi di libri: li metto in un grande cesto e quando ho ospiti, al momento del congedo, propongo loro di scegliersi un libro a piacere.
Come ordini i tuoi libri?
Per nazione, alfabeticamente per autore, infine, talora anche per genere. Faccio un esempio: la mia biblioteca personale raggruppa tutti gli autori italiani, spagnoli e sudamericani, ciascuno dei quali viene ordinato alfabeticamente all’interno della propria nazione (tenendo presente le rispettive traduzioni – in italiano e/o tedesco). Siccome adoro i gialli e mi occupo di cultura gastronomica, indipendentemente dalla nazione, raggruppo in tali categorie testi di scrittori francesi, inglesi, italiani ecc.
Cosa leggi attualmente?
Attualmente sto leggendo una biografia di Guglielmo Marconi, “Wireless. Scienza, amori e avventure di Guglielmo Marconi” (Garzanti, 2013), ritenuto l’inventore del telegrafo senza fili, di cui quest’anno si festeggiano i 150 anni della nascita. Sto recuperando la narrativa del secondo Ottocento con Antonio Fogazzaro ed il suo meraviglioso romanzo “Piccolo mondo antico”. Infine sto “degustando” la traduzione di un saggio di cultura gastronomica (“Denominazione di origine inventata”, Mondadori, 2018) che sin dalla sua pubblicazione offre spunti per violente polemiche sulla “cucina italiana”, non solo in Italia ma anche all’estero: “Mythos Nationalgericht. Die erfundenen Traditionen der italienischen Küche” (HarperCollins, 2024) di Alberto Grandi.
Qual è il tuo posto preferito per leggere?
Principalmente rilassata, sul divano o a letto.
Quale libro italiano dovrei assolutamente leggere e perché? Quale libro ti ha impressionato di più?
“Il giardino del luppolo” (Feltrinelli, 2004) di Silvia Di Natale, un romanzo di una scrittrice italiana che vive in Germania, ambientato in Baviera, dagli anni Venti sino alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Formidabile ricostruzione di un periodo nero nella storia europea filtrato attraverso la lente di una “straniera” che ha voluto omaggiare con molta sensibilità la nazione ove ha deciso di vivere.
Quale è la tua autrice italiana, il tuo autore italiano preferito?
Amo la Sicilia, una terra che ha dato i natali ad importantissimi scrittori e scrittrici. Tralascio i contemporanei, preferendo il ritorno al passato, al periodo verista. Adoro la scrittura di Giovanni Verga, le sue ambientazioni, il suo stile oggettivo e impersonale al contempo, il suo interesse verso la dimensione antropologica che esplora i temi dello spazio familiare e dei piccoli borghi, la descrizione della vita sociale, morale e affettiva dei ceti più bassi che così irrompono nella letteratura.
Qual è il tuo rapporto con l’Italia?
Un legame molto stretto: sono nata in Italia, qui ho trascorso i primi venticinque anni della mia vita, anni molto intensi e formativi che hanno gettato le basi per le mie successive scelte. In Italia vive tuttora la mia famiglia di provenienza, è il paese dove ritorno più volte all’anno, rappresenta il mio primo “stare di casa”, se vogliamo utilizzare una frase della scrittrice Fabrizia Ramondino (Napoli, 31.08.1936 – Gaeta, 23.06.2008).
La fiera del libro per me …
… e per moltissimi altri connazionali rappresenta motivo di orgoglio, nonostante tutte le polemiche che hanno accompagnato sin dall’inizio la preparazione a questa grande kermesse letteraria internazionale. L’Italia sarà presente per la seconda volta come paese ospite d’onore, a distanza di 36 anni, dopo il 1988. Peccato che la maggior parte degli autori italiani invitati ufficialmente come “portabandiera” della cultura italiana (o di una sua parte) si potrà apprezzare solo nella “Piazza” della Fiera. Spesso si dimentica che la Buchmesse di Francoforte non è un evento aperto al pubblico o, meglio, non del tutto. I primi tre giorni sono infatti riservati agli addetti ai lavori e soltanto negli ultimi due sarà consentito l’accesso al pubblico: peccato che sino ad ora ancora non si sappia se ci saranno altri eventi al di fuori della struttura fieristica. Ma ancora c’è tempo, chissà forse avremo delle piacevoli sorprese …
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